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Siamo parte della soluzione: la natura

È primavera, splende un sole timido e lungo la passeggiata nel bosco organizzata con gli amici, si ammirano volatili a caccia nel cielo, provando a indovinare di quale uccello si tratta in particolare.
Cinquant’anni dopo, lo stesso rapace che ci divertivamo a classificare con nomenclature improbabili è riprodotto nel nuovo museo della città, aperto da poco. La sua sagoma scura che plana in contrasto col cielo azzurro è solo un ricordo.

L’enorme varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che contraddistingueva il nostro pianeta (biodiversità) è in stato di emergenza: parlando di fauna, in meno di 50 anni, dal 1970 al 2014, è stata registrata una perdita del 50% degli esemplari di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi in tutto il mondo (WWF Living Planet Index). Inoltre, il 75% della diversità vegetale delle colture è andato perso tra il 1900 e il 2000 (Rapporto FAO, 2019).

La fondamentale importanza della biodiversità risiede nel fatto che la molteplicità di specie e organismi in relazione tra loro crea un equilibrio per la vita sulla Terra, garantendo cibo, acqua pulita, ripari sicuri e risorse, fondamentali per la nostra sopravvivenza. Un tema che richiede maggior consapevolezza da parte di tutti: questo l’obiettivo delle Nazioni Unite nel giorno dell’istituzione della Giornata Mondiale per la Biodiversità, avvenuta in concomitanza alla Convenzione ONU sulla diversità biologica, a Nairobi, il 22 maggio 1992 e firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno.

Il mantra scelto per l’anno 2021 è “Siamo parte della soluzione”, dove per “soluzione” s’intende la natura stessa: non si tratta di un problema da risolvere, bensì di un vero e proprio diritto umano; la biodiversità è di fatto un diritto alla vita, alla sicurezza, alla salubrità, al cibo, alla cultura e al lavoro.

E mentre l’Unione Europea e l’ONU mirano entro il 2050 alla realizzazione di un’economia circolare ad inquinamento zero, attraverso normative create per trasformare un impegno in obbligo giuridico, nonché strategie a lungo termine per invertire il degrado degli ecosistemi, qui a Lefay pensiamo locale e celebriamo la biodiversità raccontandovi delle nostre location: istituito nel 1989, il Parco dell’Alto Garda di circa 38.000 ettari è caratterizzato da forti contrasti ambientali; altimetrici, dai 65 metri del lago ai quasi 2.000 delle montagne più elevate (Monte Caplone, 1.976 m); climatici e vegetazionali, dalla macchia mediterranea agli endemismi rupicoli subalpini.

Il Parco Naturale Adamello Brenta, istituito nel 1967 e incluso nella lista “UNESCO Global Geoparks” è coperto da boschi di latifoglie e conifere, tra cui castagni, pini, aceri e noccioli. La sua fauna presenta un’enorme varietà; l’avifauna è composta da oltre 130 tipologie di uccelli, tra cui l’aquila reale, il gallo cedrone e la pernice bianca, oltre a picchi, gufi e civette. I mammiferi sono rappresentati dall’orso bruno, volpi, sciacalli, lepri e diversi ungulati.

Sperando di poter continuare a cercarli tra la vegetazione alpina, senza pagare il biglietto al museo.

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