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BIOARCHITETTURA: È POSSIBILE ABITARE LA NATURA? A LEFAY, SÌ.

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Sempre la natura è stata fonte d’ispirazione per l’uomo: nell’arte, nella letteratura e, più recentemente, per architetti, designer e ingegneri. Proprio in natura esiste una molteplicità di forme, colori e strutture infinita; nulla che l’uomo possa creare, vantandosi d’inventiva. Lo sosteneva Albert Einstein “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”.

E se i decenni del Novecento di architettura e design sono stati contraddistinti da tendenze ricercanti l’avanguardia (pensiamo all’Art Decò, alla Bauhaus, al minimalismo, fino alla tecnologica digitale ed elettrica in casa) oggi si riparte dal Green: “sostenibile” diviene “stiloso” e i progettisti rispondono all’esigenza imperante di creare soluzioni che incontrano la tutela dell’ambiente.

Sin dalla fondazione, la sostenibilità è stato uno dai pilastri del Gruppo Lefay Resorts & Residences, che in prima istanza si manifestava nelle fasi di progettazione delle Strutture. Nel disegno ecosostenibile degli edifici, ogni idea non può essere svincolata dal contesto in cui si colloca. I singoli elementi sono in relazione con ciò che sta loro intorno e il “sistema edificio” interagisce con il “sistema natura”. Un equilibrio fatto di risorse, un principio che, specialmente dopo i mesi di emergenza pandemica, dimostra come lo stile di vita indoor-outdoor sia particolarmente rilevante per promuovere la salute e il benessere.

Precursore di tale filosofia, nel 2006 all’inizio dei lavori per Lefay Resort & SPA Lago di Garda, Il Brand ha scelto di collocare il Resort in uno degli scenari più incontaminati della zona, il Parco dell’Alto Garda, creando una struttura efficiente dal punto di vista logistico ed energetico: non un unico edificio massiccio, bensì singole unità inserite nel pendio della collina, adeguate alle caratteristiche morfologiche del paesaggio.

Tutti i servizi principali sono concentrati in un edificio centrale arioso e trasparente; da qui si estendono lungo il pendio i corpi laterali ricoperti di verde nei quali sono state disposte le Suite. Questa peculiarità progettuale ha implicato un impegno in fase costruttiva dovendo movimentare e smaltire circa 60.000 m3 di terra. Sforzi sono ripagati da un risultato finale pienamente integrato nel paesaggio, con un impatto visivo ridotto al minimo. Si è deciso di non adottare una tipologia costruttiva dal design innovativo e di ispirarsi piuttosto alle limonaie, costruzioni tipiche dell’Alto Garda, utilizzate per coltivare i limoni. All’interno, materiali naturali locali come legno d’ulivo e marmo di Verona, arredano il Resort.

La stessa logica è stata adottata a Lefay Resort & SPA Dolomiti, suddiviso in tre blocchi: i servizi principali sono concentrati nel corpo centrale, che caratterizza fortemente il complesso e rappresenta l’elemento iconografico “diamante” delle Dolomiti.

Il Resort è integrato nel paesaggio circostante e, grazie all’inserimento nella morfologia del terreno con esposizione a sud, la struttura gode dell’irradiamento solare per tutto l’arco della giornata.

Per quanto riguarda l’architettura, essa è ispirata alle tipologie costruttive e ai materiali locali, reinterpretati in chiave contemporanea. L’interior valorizza le unicità materiche locali: legno di castagno, rovere e tonalite, la pietra simbolo dell’Adamello.

Una dimensione di nuovo lusso e benessere che dialoga e danza con la natura di fuori.

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